Dalla rottamazione delle mini cartelle agli sconti sulle controversie tributarie: sono ben 12 le nuove sanatorie fiscali previste nella manovra elaborata dal Governo, che prosegue così con la linea della compliance verso il contribuente.

Se si esclude il condono dei reati tributari, bloccato dalle opposizioni, nel pacchetto delle 12 sanatorie incluse nella legge di Bilancio si trova davvero di tutto: dallo stralcio delle cartelle da meno di 1.000 euro fino al 2015 alla rottamazione di quelle di importo superiore per i carichi dal 2000 al 30 giugno del 2022, alle sanatorie su avvisi bonari, omessi pagamenti e accertamenti, fino alla tregua fiscale che promette risparmi cospicui per i contribuenti infedeli e alla sanatoria sulle criptovalute non dichiarate nella denuncia dei redditi.

Tra le varie sanatorie c’è anche la possibilità di riparare agli errori meramente formali commessi nella dichiarazione dei redditi, versando un forfait di 200 euro, mentre chi ha saltato il pagamento delle rate dovute al Fisco potrà regolarizzare la propria posizione versando quanto previsto in 20 rate o in un unico versamento entro il 31 marzo prossimo, senza sanzioni e interessi.

Per quanto riguarda invece la sanatoria delle multe stradali, il provvedimento è stato eliminato dalla rottamazione delle mini cartelle, e saranno i Comuni a decidere se stralciarle: una scelta improbabile, dal momento che valgono circa 2 miliardi di euro.

Le mini cartelle di importo inferiore a 1.000 euro, escluse multe e mancati pagamenti previdenziali, relative al periodo tra il 2000 e il 2015, saranno automaticamente cancellate dal Fisco, senza che il contribuente debba presentare richiesta. Per il resto, si può sanare tutto, pagando molto meno, come vediamo di seguito.

Cartelle esattoriali sopra i 1.000 euro: si scende dal 40% al 5%

La legge di Bilancio prevede due percorsi per sanare le cartelle esattoriali: al di sotto dei 1000 euro non si paga nulla, sopra i 1000 euro invece si versa quando dovuto con una maggiorazione limitata al 5% (interessi e sanzioni, che di media valgono il 40%, non sono dovuti).

Nel testo emendato alla Camera la sanatoria si applica alle cartelle dal 2000 al 30 giugno 2022. Le domande per la rottamazione dovranno essere presentate entro il 30 aprile 2023, ma considerando la domenica e la festa dei lavoratori, la scadenza slitterà al 2 maggio.

Le sanatorie delle liti pendenti

Sarà possibile definire in via agevolata le controversie tributarie pendenti alla data di entrata di vigore della Legge di bilancio 2023, in cui sono parte l’Agenzia delle entrate e l’Agenzia delle dogane, con il paga­mento di un importo pari al valore della controversia.

Se il ricorso pendente è iscritto in primo grado, la controversia può essere definita con il pagamento del 90% del valore. Se l’Agenzia delle Entrate risulta soccombente le controversie pendenti possono essere definite con il pagamento del 40% del valore della controversia, in caso di soccombenza dell’Agenzia nella pronuncia di primo grado, del 15% del valore, in caso di soccombenza della medesima Agenzia nella pronuncia di secondo grado.

In alternativa alla definizione agevolata delle controversie, è possibile definire con un accordo conciliativo ed entro il 30 giugno 2023 fuori udienza le controversie tributarie pendenti, aventi ad oggetto atti impositivi in cui è parte l’Agenzia delle Entrate. All’accordo conciliativo si applicano le sanzioni ridotte ad un diciottesimo del minimo previsto dalla legge (invece del 40 o 50% del minimo, normalmente previsto secondo il grado di giudizio in cui interviene la conciliazione), gli interessi e gli eventuali accessori.

Infine, un’ulteriore alternativa alla definizione agevolata delle controversie tributarie è la rinuncia agevolata, sempre entro il 30 giugno 2023, alle controversie tributarie in cui è parte l’Agenzia delle entrate e che sono pendenti in Corte di Cassazione. In alternativa alla definizione agevolata delle controversie tributarie è ammessa la rinuncia agevolata, entro il 30 giugno 2023, alle controversie tributarie in cui è parte l’Agenzia delle entrate e che sono pendenti in Corte di Cassazione.
La rinuncia avviene mediante definizione transattiva con la controparte di tutte le pretese azionate in giudizio e anche in questo caso le sanzioni sono ridotte ad un diciottesimo del minimo previsto dalla legge.

La tregua fiscale sugli avvisi bonari

Anche gli avvisi fiscali ricevuti dai contribuenti per gli errori emersi dopo i controlli automatizzati del Fisco rientrano tra le sanatorie previste dalla Legge di bilancio. Fino ad oggi, nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate riscontri delle irregolarità nella dichiarazione dei redditi, informa il contribuente con un avviso, per l’appunto bonario: il contribuente può regolarizzare la sua posizione pagando il 30% delle sanzioni dovute sulle somme non dichiarate.

Con la tregua fiscale introdotta dal governo Meloni, le sanzioni si riducono al 3%, fermo restando che e imposte e i contributi previdenziali dovuti si devono pagare per intero.

La sanatoria si applica ai periodi d’imposta che vanno dal 2019 al 31 dicembre del 2021. Per le somme dovute il termine di pagamento non deve essere ancora scaduto alla data di entrata in vigore della sanatoria, ossia il 1 gennaio 2023. La definizione agevolata vale anche per le somme le cui rateizzazioni sono ancora in corso all’entrata in vigore della legge di Bilancio.

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Redditi in criptovalute: novità e sanatoria

Con la manovra è stato messo a punto un regime fiscale per i guadagni da criptovalute (plusvalenze iscritte nei Redditi Diversi e tassate al 26%), che godranno del vantaggio di non essere tassate fino a 2000 euro annui. Per il passato è prevista una sanatoria: per aderire alla regolarizzazione delle cripto valute detenute fino al 31 dicembre 2021 i contribuenti dovranno presentare una domanda di emersione delle criptovalute detenute, e se da queste è risultata una plusvalenza su questa plusvalenza è prevista un’imposta sostitutiva del 3,5%.

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