Il saldo e stralcio delle mini cartelle, ossia quelle fino a 1.000 euro, è ufficialmente partito. Sono circa 13 milioni, infatti, i contribuenti che hanno beneficiato del saldo e stralcio: nel dettaglio, 114,44 milioni di partite affidate all’agente della riscossione tra il 2000 e il 2010. Un’operazione che vale 32 miliardi di euro.

Una somma che, secondo quanto riportato nel decreto legge collegato alla manovra e che introduce il saldo e stralcio delle mini cartelle, non è più recuperabile. La cancellazione di questa somma produce una perdita di 524 milioni, pari al 3,5% del gettito di circa 15 miliardi previsto con la rottamazione ter e la rottamazione bis per pagamenti del 2018, oltre ai confluiti nella terza edizione della sanatoria.

Non sono invece ancora cancellate, ad oggi, le posizioni debitorie targate Inps, sulle quali è in atto un confronto tra l’Inps stessa e l’amministrazione finanziaria. La prima è infatti in attesa di chiarimenti su come intendere la soglia dei mille euro valida per l’applicazione del saldo e stralcio. Secondo l’Inps dovrebbe essere comprensiva delle sanzioni civili maturate nel corso degli anni, mentre secondo il Mef la soglia deve essere calcolata sulla base del valore originariamente affidato agli agenti. Al momento resta quindi sospesa la cancellazione di centinaia di partite previdenziali e contributive, per un valore di circa 4 miliardi di anni.

Ma perché il Fisco avrebbe rinunciato a recuperare i 32 miliardi delle cartelle già stralciate? Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, oltre 4,3 miliardi di euro delle partite annullate sono relative a soggetti deceduti o ad imprese non più attive, mentre oltre 3,2 miliardi sono debiti di nullatenenti o soggetti non presenti all’anagrafe tributaria. Ci sono poi i falliti o con procedure concorsuali in atto, e infine, anche se in parte residuale, contribuenti con debiti sospesi per provvedimenti amministrativi o contenziosi in corso. Cartelle praticamente impossibili da incassare, quindi, per le quali lo Stato ha anche sostenuto dei costi.

Photo credit: AndreyPopov/DepositPhoto