L’Agenzia delle Entrate, nella circolare 19/E dell’8 agosto 2019, ha reso note le nuove misure che saranno messe in atto, a partire da settembre, per prevenire e combattere l’evasione fiscale. Le linee guida riguardano compliance e controlli fiscali soprattutto su soggetti Iva e imprese, di grandi e piccole dimensioni. La circolare fornisce quindi le indicazioni operative agli uffici dislocati sul territorio, in applicazione delle linee strategiche per il triennio 2019/2021 fissate dal MEF.

L’adempimento spontaneo

Tra le attività di prevenzione e contrasto dell’evasione fiscale occupa una particolare importanza l‘adempimento spontaneo da parte dei contribuenti, attività notevolmente incoraggiata dall’Agenzia delle Entrate.

A tal scopo, già da settembre, partiranno le lettere di compliance rivolte alle piccole e medie imprese; in particolare, saranno coinvolti quei contribuenti che, pur avendo emesso fatture elettroniche nei primi sei mesi del 2019, non hanno presentato correttamente le relative comunicazioni dei dati sulle liquidazioni trimestrali dell’Iva.

Confrontando i dati e gli importi delle cessioni delle fatture elettroniche e dei corrispettivi con quanto inserito delle comunicazioni dei dati relativi alle liquidazioni periodiche Iva e con la dichiarazione Iva stessa, l’Agenzia delle Entrate potrà strutturare le analisi dei rischi e i successivi controlli per i contribuenti che non regolarizzano la propria posizione.

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Lotta all’evasione fiscale: nuovi controlli e profili di rischio

I nuovi controlli dell’Agenzia riguarderanno anche le partite Iva in regime forfettario, in modo da evitare che aderiscano al regime agevolato soggetti privi dei requisiti previsti dalla legge.

Per quanto riguarda le piccole imprese, invece, i controlli si concentreranno in particolare sui contribuenti che sottofatturano le prestazioni attive o detraggono costi non riguardanti l’attività esercitata.

Per questi contribuenti l’Agenzia ha indicato alcuni fattori di rischio particolari, ossia:

  • la presenza di crediti Iva in apparenza non giustificabili sulla base dei dati economici o ai regimi normativi in corso
  • gli acquisti da soggetti che non presentano le relative dichiarazioni fiscali e il modello per la comunicazione delle liquidazioni periodiche IVA
  • la presenza di importi elevati per i costi residuali
  • gli acquisti da soggetti che dichiarano l’esercizio di attività rientranti nei codici ATECO cosiddetti residuali, ad esempio quelli che terminano con n.c.a.
  • la presenza di bassa redditività anche davanti a ricavi costanti o in crescita.
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Anche i grandi contribuenti, con un volume di affari sopra i 100 milioni e maggiori rischi fiscali, non saranno esenti da controlli, che si concentreranno soprattutto sui contribuenti “non collaborativi e trasparenti”. I controlli saranno effettuati con lo strumento del “tutoraggio“, che permette di diversificare le verifiche sulla base dei risultati delle analisi del rischio.

L’Agenzia delle Entrate utilizzerà le banche dati a sua disposizione, mentre le strutture regionali contatteranno le giurisdizioni fiscali estere, grazie a forme di cooperazione amministrativa. Le direzioni regionali e provinciali dell’Agenzia potranno collaborare anche con altri organismi di controllo e con le autorità giudiziarie di altri Stati, allo scopo di contrastare gli illeciti fiscali internazionali. In tal caso i controlli si rivolgeranno soprattutto sulle residenze fittizie e il trasferimento o la detenzione irregolare all’estero di attività che producono reddito.

In tal senso è fondamentale lo scambio automatico di informazioni tra Stati sui conti correnti detenuti all’estero e le comunicazioni degli istituti bancari sui movimenti di capitale.