Conti correnti come strumento per contrastare l’evasione fiscale. Grazie alla Superanagrafe dei conti correnti, infatti, l’Agenzia delle Entrate potrà incrociare i dati in suoi possesso con quelli della Guardia di Finanza: grazie a questo controllo incrociato sarà possibile monitorare tutti i movimenti in entrata e in uscita dai conti correnti dei contribuenti italiani.

Le verifiche, chiaramente, saranno effettuate solo sui conti correnti dei contribuenti che presentano profili di rischio elevato e avranno lo scopo di evidenziare i casi di evasione fiscale e valutare se i risparmi accumulati sono in linea con quanto effettivamente dichiarato.

In particolare, saranno i conti correnti di liberi professionisti, titolari di partita Iva e in generale di aziende a subire maggiormente i controlli del Fisco e della Guardia di Finanza, specie se si sono verificate situazioni ad alto rischio di evasione, come l’accredito di cifre importanti non riportate nella dichiarazione dei redditi o dell’Iva.

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A far scattare i controlli sarà un particolare algoritmo, meglio noto come Risparmiometro, che mettendo a confronto i dati raccolti con quelli che derivano dalle dichiarazioni di redditi, valuta entrate e uscite. Ogni movimento anomalo sarà quindi valutato dal Fisco e il contribuente sarà chiamato a garantire la responsabilità delle proprie azioni fornendo al documentazione richiesta.

In particolare, se l’algoritmo rileva uno scostamento superiore al 20%, è possibile che il conto corrente sia esaminato alla ricerca di inesattezze: se riscontrate, scatterà la contestazione, fino alla possibile sanzione.

Il meccanismo non riguarda solo i conti correnti, ma anche i conti di deposito, le obbligazioni, i buoni fruttiferi, le carte di credito, i prodotti finanziari emessi da assicurazioni e quelli emessi da società che si occupano di compravendita di metalli preziosi.

Le transazioni sulle quali il Fisco punterà maggiormente l’attenzione sono quelle che riguardano importi superiori a 5.000 euro, e principalmente:

  • bonifici per l’acquisto di auto, moto, imbarcazioni o immobili
  • trasferimento di denaro all’estero.
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Non solo le uscite, ma anche le entrate possono far scattare campanelli di allarme: in assenza di dati tracciabili che ne giustifichino le provenienze si rischierà di far scattare controlli per un eventuale lavoro in nero o altri guadagni illeciti.

Particolare attenzione sarà riservata al versamento di contanti: per le somme elevate si deve sempre prevedere una giustificazione della provenienza. Se il movimento sarà considerato sospetto, il contribuente dovrà presentare idonea documentazione per non incorrere in accuse di guadagni illeciti o lavoro in nero.

Sui prelievi, invece, non ci sarà bisogno di giustificazioni, in quanto in questo caso si potrebbero prevedere altri tipi di controllo, quelli dell’antiriciclaggio. Se il prelievo è superiore a 5.000 euro, infatti, la Banca ha facoltà di richiedere al cliente una dichiarazione scritta sulle finalità del prelievo. Sarà sempre la Banca a valutare, anche in base agli altri movimenti del conto corrente, se segnalare il caso all’Ufficio Informazione Finanziaria presso la Banca d’Italia, che a sua volta potrebbe far scattare i controlli da parte di Agenzia delle Entrate.