Si definiscono controversie tributarie pendenti quei ricorsi per i quali, ad una certa data, non è stato ancora depositato un provvedimento che ne determini la definizione o il rinvio ad un’altra commissione tributaria.

Secondo i dati raccolti dal rapporto trimestrale su contenzioso tributario elaborato dal Mef, il numero delle controverse tributarie pendenti registra un importante calo dell’8,51% rispetto all’anno precedente. I dati si riferiscono al trimestre gennaio-marzo 2018, quando si sono registrate 409.787 liti tributarie pendenti.

Il rapporto del Mef analizza i dati relativi alle controversie tributarie pendenti suddividendoli per regione e area geografica; ne emerge che:

  • Il Nord-Ovest del Paese è l’area geografica in cui si registra la percentuale più alta di accoglimento rispetto al totale delle istanze presentate (46,95%); sempre in questa area si registra la maggiore percentuale di valore accolto (inteso come il valore del tributo al netto di interessi ed eventuali sanzioni) rispetto al totale delle istanze ricevute, con il 69,32%;
  • Nelle Isole la percentuale di accoglimento delle istanze si abbassa, con una percentuale del 37,4%;
  • Al Centro si riscontra la percentuale di valore accolto più bassa, con solo il 6,26%, mentre in Campania, Puglia, Sicilia e Toscana le istanze accolte hanno un valore in media inferiore rispetto a quello delle istanze respinte.

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Per quanto riguarda le tempistiche, le regioni più virtuose, ossia con le percentuali più alte di istanze definite entro i 180 giorni, sono:

  • Friuli Venezia Giulia, con una percentuale del 100% di controversie tributarie definite;
  • Valle d’Aosta, sempre con una percentuale del 100%;
  • Lombardia, con il 99,39%.

In generale, il 78,27% delle decisioni sulle sospensioni è stato adattato entro i 180 della presentazione delle istanze. In tal senso, invece, le regioni che registrano le percentuali più basse sono:

  • Sicilia, con il 37,57%;
  • Calabria, con il 59,97%;
  • Sardegna, con il 67,52%.

Il rapporto del Mef mostra inoltre come il tributo per i quali si sono presentati più ricorsi nel trimestre di riferimento è l’Irpef, con il 20,11% del totale, pari a 15.710 atti impugnati. Seguono tributi e tasse auto, con una percentuale del 14,03%, pari a 10.960 atti e infine l’Iva, con 10.735 atti, pari al 13.74% del totale.

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Tra i tributi locali, invece, le controversie tributarie pendenti sono principalmente relative a:

  • Tarsu/Tia, con 9.312 atti, pari al 11,92% del totale;
  • Ici/Imu, con 7.673 atti, pari al 9,83% del totale.

I ricorsi sono presentati soprattutto dalle persone fisiche (62,4%) e da società di capitali (26,11%).

Infine, gli attori più coinvolti nelle liti tributarie sono:

  • Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con il 50,82% dei ricorsi;
  • Agenzia delle Entrate – Riscorssione, con il 26,86%;
  • Enti territoriali, con il 23,94%;
  • Agenzia delle Entrate, con il 6,65% dei ricorsi.