Anche quest’anno i controlli del Fisco si concentreranno sui professionisti e le piccole imprese. Sono ben 140mila le verifiche messe in programma dall’Agenzia delle Entrate per il 2018 e già si prevede un aumento dei controlli per i prossimi due anni.

Si tratta di una tendenza in netta inversione rispetto a quanto accaduto tra il 2015 e il 2016, quando la Corte dei Conti registrò un calo del 26% degli accertamenti fiscali; tra il 2016 e il 2015, inoltre, è stato registrato anche un calo della maggior imposta accertata, scesa da 10 a 6,8 miliardi.

Nell’ultimo piano degli indicatori di bilancio, quindi, l’Agenzia delle Entrate ha dichiarato un maggior impegno nei controlli fiscali, mettendo in campo anche strumenti alternativi.

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Controlli fiscali: gli strumenti utilizzati per professionisti e piccole imprese

Gli strumenti di controllo per eccellenza per le verifiche su professionisti e piccole imprese è il software Gerico. In termini di aderenza ai risultati, infatti i professionisti superano tutte le altre tipologie di contribuenti, dal commercio ai servizi, fino alle manifatture.

In progressiva “decadenza” invece gli studi di settore, che offrono risultati sempre meno soddisfacenti per il Fisco.

I controlli del Fisco mirano soprattutto a ricostruire i redditi non dichiarati incrociando numerosi dati, come quelli derivanti dalle agende di appuntamenti o delle udienze, i consumi di cancelleria, i viaggi di lavoro e di svago, attraverso il monitoraggio degli addebiti Telepass, e così via.

Anche l’affitto per i locali di lavoro, o il mutuo sottoscritto per acquistare lo studio, possono rivelare incongruenze tra il reddito dichiarato e le spese sostenute. Lo stesso discorso può essere applicato all’assicurazione per il rischio da responsabilità professionale.

Commercialisti: cosa controlla il Fisco

Per quanto riguarda i commercialisti, i controlli fiscali monitorano soprattutto i compensi richiesti in occasione di operazioni societarie, come aumenti di capitale, conferimenti e così via.

Per quanto riguarda la contabilità semplificata, il compenso è solitamente confrontato con il numero delle fatture attive e passive registrate in Anagrafe tributaria. Questo consente controlli incrociati che rivelano incongruenze, falsità e omissioni di pagamento.

Nel caso della contabilità ordinaria, invece, il compenso viene confrontato con il volume di affari, ossia con le registrazioni contabili.

Negli accertamenti fiscali sui commercialisti occupano un posto rilevante le cause tributarie. Questi procedimenti sono ormai informatizzati, perciò l’assistenza nell’ambito di un giudizio di natura tributaria diventa per l’Agenzia delle Entrate anche una fonte di accertamento del maggior reddito.

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Controlli fiscali e avvocati

Il Fisco può controllare l’agenda legale dello studio, ma anche il numero di cause iscritte a ruolo per ciascun legale, per verificare se sia stata emessa la relativa fattura. Questi controlli riguardano indistintamente cause civili, penali, amministrative, tributaria, dal giudice di pace ed esecuzioni forzate.

Inoltre, il reddito di un avvocato può essere ricostruito anche reperendo informazioni sulla stampa nazionale o locale, dove sono riportati fatti di cronaca che riguardano attività professionali.