Chi sono i commercialisti nel 2018? Qual è il loro percorso di studi e professionale?

Sono alcune delle domande alle quali cerca di rispondere la Fondazione Nazionale dei Commercialisti, nell’anteprima dei risultati dell’Indagine statistica 2018.

L’indagine, rivolta a dottori commercialisti ed esperti contabili, si è svolta con l’ausilio di questionari online, ai quali hanno risposto 7.318 professionisti, con un tasso di completamento pari al 69% e quindi più elevato rispetto agli anni precedenti.

L’indagine affronta diverse tematiche, dalle dimensioni degli studi professionali al numero di addetti che vi  lavorano. Uno degli aspetti più interessanti riguarda però l’analisi della professione del commercialista dal punto di vista degli studi, delle specializzazioni e delle modalità con le quali esercitano. Insomma, una sorta di identikit del commercialista contemporaneo.

Vediamo quindi insieme i dati emersi dal rapporto della Fondazione.

Commercialisti nel 2018: i titoli di studio

I professionisti intervistati, per la maggior parte, si dividono tra coloro che possiedono un titolo di studio magistrale (vecchio ordinamento) e una laurea quadriennale specialistica.

Nel dettaglio:

  • Il 38,7% dei commercialisti possiede una laurea magistrale
  • Il 31,8% dei professionisti ha conseguito una laurea quadriennale o specialistica
  • Il 20,4% ha un diploma di scuola media superiore
  • Il 5,2% dei commercialisti ha una laurea triennale
  • Il 3% ha ottenuto un master universitario
  • L’1% dei professionisti ha conseguito un dottorato di ricerca.

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Titoli professionali posseduti

Ben il 70,1% dei professionisti che ha partecipato all’indagine della Fondazione possiede il titolo professionale di dottore commercialista.

Il 30,1%, invece, è ragioniere commercialista. Seguono gli esperti contabili, pari al 13,8% dei professionisti intervistati, i consulenti del lavoro (2,9%) e infine gli avvocati, con lo 0,3%.

Tutti i professionisti sono ovviamente iscritti all’albo, ma molti di loro fanno parte anche di ulteriori registri o elenchi. Nel dettaglio:

  • Il 93,7% è iscritto nel registro dei Revisori Legali
  • Il 32,8% è nell’elenco dei Consulenti tecnici d’ufficio
  • Il 24 è iscritto nell’elenco dei Revisori Enti locali
  • Il 9,4% è nell’albo dei Gestori della crisi da sovraindebitamento
  • Il 6,9% è registrato come mediatore
  • Il 4,8% è nell’albo degli Amministratori Giudiziari
  • L’8,2% è in altri elenchi.

Commercialisti ed esercizio della professione

La maggioranza dei commercialisti intervistati, ben l’89%, ha dichiarato di esercitare la professione in uno studio organizzato nelle forme tipiche dello studio individuale, condiviso o associato, in qualità di titolare, socio, collaboratore o dipendente.

Solo l’8,8% dei professionisti esercita in forma non organizzata, ad esempio con un uso promiscuo della propria abitazione. Infine, il 2,3% afferma di non esercitare la professione perché inattivo o iscritto nell’elenco speciale.

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Posizione nello studio e aree professionali

Dal momento che la maggioranza dei commercialisti lavora in uno studio professionale organizzato, l’analisi statistica della Fondazione ha chiesto ai professionisti di indicare la posizione occupata nello studio.

I dati mostrano come:

  • Il 63,5% è titolare di uno studio individuale
  • Il 16,1% è associato
  • Il 9,5% è contitolare di uno studio condiviso
  • L’8,1% è collaboratore con partita IVA
  • Il 2,1% è socio di una Stp
  • Lo 0,2% è dipendente di uno studio
  • Lo 0,1% è collaboratore senza partita IVA.

Per quanto riguarda le aree professionali, la più diffusa è senza dubbio Contabilità e bilancio (89%). Segue Consulenza e pianificazione fiscale, con il 55,2% e Revisione fiscale e controllo di legalità con il 54%.

A maggiore distanza troviamo aree professionali come Valutazioni d’azienda (41%), Contenzioso Tributario (38,5%), Consulenza e finanza aziendale (38,1%).

Decisamente più di nicchia settori come Crisi di impresa (18%), Enti del terzo settore (15,7%), Enti Locali (14,3%), Economia e fiscalità del lavoro (13,4%), Funzioni giudiziarie (13,2%) e Corporate Governance (9,4%).

I dati della Fondazione Nazionale Commercialisti mostrano quindi come, sia per quanto riguarda l’esercizio della professione che il titolo di studio, ci sia un aumento degli iscritti che esercitano in forme non organizzate, ossia senza un vero e proprio titolo di studio professionale (dal 4,4% all’8,8% in sei anni).

Per quanto riguarda le aree professionali, si nota una forte tendenza alle specializzazioni. Tale tendenza sarà sicuramente analizzata più nel dettaglio, in particolare per capire se le specializzazioni “di nicchia” sono tali perché commisurate al mercato, oppure se sono sottodimensionate rispetto alla domanda e quindi sono potenzialmente espandibili.

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