Le sentenze fiscali e civili saranno raccolte in banche dati digitali, accessibili a tutti e gratuitamente, consultabili grazie agli strumenti dell’Intelligenza artificiale (Ia). Si tratta di uno degli obiettivi previsti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): al progetto stanno lavorando il ministero della Giustizia, per quanto riguarda le sentenze fiscali, e il Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria (Cpgt) insieme alla Direzione tributaria del ministero dell’Economia per quanto riguarda invece le sentenza tributarie. Diverse le tempistiche per la realizzazione: la banca dati delle sentenze fiscali potrebbe entrare in vigore già a gennaio 2023, mentre la deadline per quella civile è fissata al 31 dicembre 2o23.

La banca dati è uno strumento che sarà potenzialmente molto utili per operatori del settore e cittadini che, consultando le sentenze emesse per casi simili ai loro, potranno valutare la convenienza di una causa.

Banca dati sentenze fiscali

Sul fronte della giustizia tributaria, il progetto relativo alla banca dati delle sentenze procede piuttosto speditamente, tanto da avere giù un nome, “Pro.di.gi.t.”, acronimo di processo digitale giustizia tributaria. I fondi stanziati per rendere davvero 2.0 il contenzioso tributario ammontano a circa 8 milioni di euro.

Nella banca dati, che come anticipato potrebbe essere operativa a gennaio 2023, saranno raccolte tutte le sentenze di merito, alle quali potranno accedere tutti i professionisti. Inoltre, la banca dati integrerà un sistema di giustizia predittiva affidato all’Intelligenza artificiale, uno strumento utili a contribuenti e imprese per conoscere i diversi orientamenti delle Commissioni tributarie, e quindi orientare le scelte relative alle liti fiscali.

Tra i diversi progetti c’è poi la volontà di creare una piattaforma di collegamento tra il Consiglio di presidenza della Giustizia tributaria e gli attori del contenzioso. I giudici avranno accesso diretto al proprio fascicolo, agli studiosi sarò dedicata una sezione relativa alla formazione, mentre i contribuenti potranno reperire informazioni sui propri procedimenti.

Si tratta di un progetto ambizioso, che però deve fare i conti con la scarsa propensione degli attuali giudici onorari ad emettere i Pdg, ossia i provvedimenti giurisdizionali digitali. È ovvio che quanto più saranno le sentenze digitali, tanto più la banca dati sarà ricca e il sistema di giustizia predittiva più efficiente.

Secondo i dati del MEF, infatti, nel 2021 solo il 45,6% delle sentenze delle Commissioni tributarie provinciali è stato depositato in modalità digitale, mentre se guardiamo alle Commissioni tributarie regionali si arriva appena al 35,3%. Bisogna però sottolineare che il progetto relativo ai provvedimenti giurisdizionali digitali è attivo in tutte le Commissioni tributarie nazionali solo dal 1 dicembre 2021: è quindi possibile che si verifichi un aumento costante del deposito dei provvedimenti digitali.

Banca dati sentenze civili

Una banca dati delle sentenze civili è in agenda da diversi anni ma ora, grazie al Pnrr, potrebbe effettivamente diventare realtà. Come nel caso della giustizia tributaria, sarà liberamente consultabile e per effettuare le ricerche si potranno utilizzare tecniche di riconoscimento del linguaggio naturale (Nlp).

Alla realizzazione di questa banca dati contribuiranno addetti all’ufficio per il processo, assunti a termine proprio con i fondi del Pnrr (i primi 8.171 sono entrati in servizio a inizio 2022).

In attesa del database nazionale, bisogna però segnalare i diversi progetti territoriali nati negli ultimi anni. Uno di questi è quello realizzato a Brescia da Corte d’appello, Tribunale e Università sotto la guida del Presidente della Corte d’appello, Claudio Castelli: la piattaforma online, ospitata sul sito dell’ateneo, raccoglie le sentenze più significative degli uffici giudiziari di Brescia in tema di economia e lavoro.

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È possibile consultare online gli abstract delle pronunce, con riferimenti del caso concreto, che rendono il testo comprensibile e identificano l’orientamento della giurisprudenza. La banca dati per ora contiene 250 sentenze ed è in crescita, ma ovviamente ha un respiro esclusivamente locale. Un database nazionale potrebbe invece partire documenti depositati digitalmente con il processo civile telematico, ossia quasi 2 milioni di sentenze dal 2014 al 2020, ma con la necessità di lavorare ad un sistema di anonimizzazione automatico ed efficiente per i provvedimenti non omissati.

Un altro progetto locale è quello della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con i Tribunali di Genova e di Pisa. Giovanni Comandè, docente di diritto privato comparato e responsabile scientifico del Lider-Lab del Sant’Anna, spiega: “Stiamo allenando, con buoni risultati, l’algoritmo per annotare semanticamente le sentenze”. Grazie alla tecnologia, quindi, si può individuare automaticamente il tema trattato da una sentenza e quindi potenziare la banca dati delle pronunce.

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