Si avvicina il vero banco di prova per la fattura elettronica: la scadenza della prima liquidazione Iva. Scadenza che per i commercialisti si traduce in un carico di lavoro straordinario e ritmi serrati in studio, perciò non sono pochi i professionisti che esprimono preoccupazione sull’introduzione del nuovo obbligo.

Ma accanto a dubbi e lamentele, specie sul tempo dedicato a formare i clienti sulla compilazione e l’emissione delle fatture elettroniche, si levano anche le voci dei commercialisti che invece parlano di ottimizzazione dei tempi di lavoro.

Il Sole24Ore ha cercato di fare il punto della situazione con un’analisi sui costi della fattura elettronica per i commercialisti, sia dal punto di vista economico che del tempo. Vediamone i risultati.

Gestione del tempo e rapporto con i clienti

Dal punto di vista dei ritmi di lavoro, uno dei problemi maggiormente sollevati dai commercialisti è quello del tempo speso al telefono con i propri clienti alle prese con problematiche tecniche collegate alla fattura elettronica. Si tratta di un’assistenza continua e che spesso richiede molto tempo, ad esempio per spiegare come funziona il Sistema di Interscambio o come utilizzare i diversi programmi.

Insomma, il lavoro più impegnativo per i commercialisti e formare e informare i clienti, specie quelli meno “digitali” e quelli che hanno rimandato l’aggiornamento perché speravano in una proroga.

D’altro canto questa situazione, seppur con tutte le sue difficoltà sta contribuendo a riavvicinare i professionisti ai loro clienti, che percepiscono nuovamente il valore aggiunto del lavoro del commercialista.

Il costo della fattura elettronica

L’introduzione dell’obbligo della fattura elettronica è stata fin da subito accompagnata dalle polemiche nei confronti di chi, come benzinai ed esercizi pubblici, chiede un sovrapprezzo per l’emissione del documento.

Tra i commercialisti, si accede la discussione tra chi chiede 14 euro a fattura e chi, ritenendo che compilare fatture sia un lavoro d data entry, propone una tariffa oraria di 5/6 euro l’ora.

C’è da dire che le spese sostenute dai professionisti per adeguarsi alla nuova normativa non sono poche: solo per le licenze software si stimano 5-6 mila euro  l’anno. A queste spese si aggiunge la formazione dei collaboratori e dei clienti.

D’altro canto, introdurre e far accettare maggiorazioni di prezzo non è semplice. Al di là delle spese fisse, una volta superate le difficoltà iniziali, la fattura elettronica potrebbe far risparmiare molto tempo ai commercialisti. Tempo che potrebbe essere dedicato alla scoperta di un nuovo ruolo per i professionisti, quello della consulenza direzionale, anche per i clienti più piccoli.

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