Grazie al primo vero taglio delle spese fiscali, ossia di tutto quell’insieme composto da aliquote ridotte, bonus, sconti, agevolazioni, regimi fiscali e prelievi sostitutivi, il Fisco ha potuto risparmiare nel 2021 ben 4,8 miliardi di sconti d’imposta.

In particolare, parliamo del taglio alle agevolazioni del 19% messo in atto dal governo Conte che, con la legge di bilancio 2020 pre-pandemia e con la crisi sanitaria post Covid19, ha introdotto sia l’obbligo di pagamento tracciabile sia il tetto alle detrazioni, collegandole al reddito complessivo. Tale tetto è stato fissato a 120mila con un decalage fino all’azzeramento una volta raggiunti i 240mila euro di reddito.

Tuttavia, non si può escludere che sul taglio alle spese fiscali abbia inciso anche la pandemia, durante la quale molte spese detraibili non sono state effettuate a causa del lockdown, come ad esempio i costi per l’attività sportiva dei figli a carico.
Al di là delle motivazioni, dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche presentate nel 2021 emerge chiaramente un taglio del 14,8% rispetto agli oneri detraibili al 19% di cui hanno beneficiato i contribuenti nel precedente anno di imposta, con un calo da circa 32 miliardi a 27,2 miliardi.
Vale la pena sottolineare che non tutti gli oneri detraibili spettano in relazione al reddito complessivo: quelli svincolati dal detto, e quindi anche dal taglio, sono pari a 21,2 miliardi, pari al 78% del totale, mentre quelli soggetti al tetto e dunque non più spendibili dai contribuenti si attestano sui 6,1 miliardi di euro.

Come calano le spese fiscali

Andando nel dettaglio dell’analisi condotta dal dipartimento delle Finanze, emerge chiaramente che il decremento delle spese sanitarie, che si attestano a -16,5%, degli interessi per mutui sull’abitazione principale (-9,5%) e delle spese per l’istruzione non universitaria (ben -39%). Inoltre, andando ad analizzare la distribuzione delle detrazioni per classi di reddito, si nota come gli oneri detraibili al 19% crescano all’aumentare del reddito complessivo, raggiungendo la massima concentrazione (circa il 20%) nella classe da 20.000 a 26mila euro.

Nel complesso, le detrazioni ammontano a circa 71,1 miliardi di euro e sono composte prevalentemente da:
  • detrazioni per redditi da lavoro dipendente e pensione (63%)
  • carichi di famiglia (17,0%)
  • oneri detraibili da sez. I del quadro RP (7,6%)
  • spese per recupero edilizio (11,4%)
  • spese per il risparmio energetico (2,9%).

Rispetto al 2019, sono aumentate le spese per il recupero edilizio (+7,0%), il risparmio energetico (+7,6%), e l’arredo di immobili ristrutturati (+13,4%).

I nuovi oneri detraibili

Andando infine ad analizzare gli oneri detraibili introdotti nel 2020, troviamo lo lo sconto d’imposta del 30% per le erogazioni liberali per Covid-19 in favore dello Stato, delle regioni, degli enti locali territoriali, di enti o istituzioni pubbliche, di fondazioni e associazioni legalmente riconosciute senza scopo di lucro, compresi gli enti religiosi civilmente, per un totale di 61 milioni di euro dichiarate da oltre 200.000 soggetti.

Nel 2020 è stata poi introdotta la detrazione al 90% per i premi per rischio eventi calamitosi per assicurazioni stipulate contestualmente alla cessione del credito d’imposta relativo agli interventi sisma bonus al 110% ad un’impresa di assicurazione. Hanno beneficiato della detrazione 3.900 contribuenti per una riduzione complessiva d’imposta di circa 632.000 euro.

Infine nel 2020 c’è stato l’avvio del bonus del 110% per la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza degli edifici, con una spesa per lo stato di 132 milioni, e il bonus facciate al 90% che ha eroso gettito per 1,1 miliardo di euro.

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