Il Fisco invita i contribuenti al ravvedimento operoso, in modo da prevenire l’avvio di procedure di accertamento o altre contestazioni, e quindi ridurre il numero dei contenziosi. Si tratta di un modus operandi sempre più utilizzato negli ultimi anni, che hanno visto l’intensificarsi del rapporto epistolare tra Fisco e contribuenti.

L’Agenzia delle Entrate mette quindi a disposizione dei  contribuenti informazioni utili a segnalare dimenticanze e omissioni di debiti, Iva e Irap, emerse in seguito all’incrocio dei dati con le dichiarazioni annuali o le liquidazioni periodiche Iva presentate. Grazie al ravvedimento operoso, il contribuente ha l’opportunità di pagare le maggiori imposte dovute, con interessi e sanzioni in misura ridotta.

Le lettere del Fisco promuovono quindi l’adempimento spontaneo, invitando i contribuenti ad avvalersi del ravvedimento ultrannuale, introdotto dalla legge 190/2014 (legge di stabilità 2015), con l’obiettivo di instaurare un dialogo proficuo con i contribuenti.

I dati forniti da Agenzia delle Entrate

Le lettere del Fisco contengono solitamente queste informazioni:

  • Codice fiscale
  • denominazione, cognome e nome del contribuente
  • numero identificativo della comunicazione
  • anno di imposta e trimestre di riferimento, in caso di liquidazione periodica Iva
  • codice atto
  • modalità con le quali è possibile consultare i dettagli relativi all’anomalia riscontrata
  • invito a fornire chiarimenti e documentazione idonea, anche attraverso il canale di assistenza Civis, nel caso in cui il contribuente rilevi inesattezze nei dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate.

Grazie a queste comunicazioni, quindi, il contribuente può valutare le informazioni possedute dal Fisco e fornire elementi, fatti e circostanze non noti all’Agenzia delle Entrate e in grado di giustificare l’anomalia rilevata.

La comunicazione con tutte le informazioni sull’anomalia rilevata viene trasmessa tramite posta elettronica certificata (PEC), all’indirizzo attivato dal contribuente, che può servirsi anche degli intermediari incaricati alla presentazione delle dichiarazioni annuali dei redditi, dell’Iva, dell’Irap e del modello 730 per chiedere informazioni o segnalare al Fisco eventuali elementi o circostanze non conosciuti.

Ravvedimento operoso, quando è possibile avvalersene

Se il contribuente considera corrette le informazioni del Fisco, può avvalersi del ravvedimento. L’adempimento spontaneo potrà essere attuato sia se la violazione è già stata constatata, sia se sono in corso accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di controllo, di cui i soggetti interessati abbiano avuto formale conoscenza.

Non è invece possibile avvalersi del ravvedimento operoso in caso di notifica di un atto di liquidazione, di irrogazione delle sanzioni o, più in generale, di accertamento oppure se il contribuente ha ricevuto comunicazioni di irregolarità (i cosiddetti avvisi bonari), in seguito ad un controllo automatizzato o formale delle dichiarazioni presentate.

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