Il Natale si preannuncia decisamente ricco per il Fisco, che si prepara ad incassare, nell’ultimo mese del 2019, circa 43 miliardi di euro. A dicembre, infatti, si è concentrata una serie di scadenze fiscali che rimpolperanno le casse statali per una stima di 42,9 miliardi di euro.

Tra gli appuntamenti fiscali più corposi c’è il saldo di Imu e Tasi, scaduto lunedì 16 dicembre, che coinvolge circa 18 milioni di proprietari e inquilini, che hanno versato al Fisco 9,6 miliardi. Si tratta probabilmente dell’ultimo versamento delle due tasse in questa modalità, dal momento che la legge di Bilancio ha introdotto la fusione di queste due tributi: se confermata, dall’anno prossimo ci sarà un’unica tassa.

Nelle casse statali sono poi attesi 13,6 miliardi, che arriveranno dal pagamento delle ritenute Irpef dei lavoratori dipendenti e dei collaboratori, e ben 19,7 miliardi per il versamento dell’Iva.

Il dato complessivo di 42,9 miliardi inerente alle tasse, inoltre, è probabilmente sottostimato, perché non tiene conto dell’eventuale pagamento dell’ultima rata della Tari, che in molti Comuni è prevista a dicembre.

Ma non finisce qui: al gettito fiscale di quasi 43 miliardi di euro si devono aggiungere altri 11 miliardi relativi alle tredicesime, che sono state o stanno per essere liquidate. Tale versamento sarà effettuato dal sostituto di imposta per conto dei lavoratori dipendenti e dall’Inps per i pensionati entro il 16 gennaio 2020.

Una pressione fiscale forse eccessiva, come rileva la Cgia di Mestre: il segretario Renato Mason spiega infatti che “negli ultimi anni un carico tributario eccessivo e una platea di servizi erogati dall’Amministrazione pubblica in flessione, sia in termini di qualità che di quantità, hanno contribuito sensibilmente alla contrazione della domanda interna e degli investimenti. Alle piccole e piccolissime imprese, l’effetto combinato delle troppe tasse, del calo dei consumi delle famiglie e della contrazione dei prestiti bancari ha procurato squilibri finanziari tali da costringere tantissimi artigiani e piccoli commercianti a chiudere definitivamente l’attività”.

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