Le partite Iva con ricavi o compensi fino a 25mila euro saranno escluse dall’obbligo di fattura elettronica fino al 2024: si tratta di circa 800 contribuenti Iva tra ditte, autonomi e professionisti che per i prossimi due anni potranno continuare ad utilizzare il regime forfettario producendo la classica fattura cartacea.

È quanto previsto nel nuovo decreto PNRR, nel quale ha trovato posto, nell’ambito del pacchetto anti evasione, anche l’anticipo al 30 giugno della doppia sanzione per chi non accetta i pagamenti con il POS. Sembra invece rinviato a data da destinarsi il rilancio della lotteria degli scontrini con la possibilità di vincite istantanee.

Tornando all’obbligo di fattura elettronica per i forfettari, bisogna sottolineare che una parte degli interessati ha già iniziato in modo facoltativo ad emettere il documento in formato elettronico utilizzando il sistema di interscambio di Agenzia delle Entrate (Sdi). Per le partite Iva con guadagni e ricavi oltre i 25 mila euro, l’estensione dell’obbligo scatterà invece a partire dal 1 luglio, suddividendo di fatto il 2022 in due momenti, uno in cui saranno ancora presenti le fatture cartacee e l’altro in cui ci saranno le fatture elettroniche. Per questo motivo, non si esclude uno slittamento dell’obbligo al 2023.

In ogni caso, la bozza di decreto prevede un regime transitorio, anche se piuttosto limitato, in merito ai primi documenti da emettere. Da luglio a settembre 2022 infatti non scatteranno sanzioni nel caso in cui la fattura elettronica sia emessa entro il mese successivo a quello in cui si è effettuata l’operazione. Dopo questi primi tre mesi, sarà invece obbligatorio emettere la fattura entro 12 giorni dalla prestazione.

Oltre che per i forfettari, l’obbligo di fattura elettronica scatta anche per le associazioni sportive dilettantistiche e per gli enti del Terzo settore con proventi da attività commerciali fino a 65mila euro. In tal modo l’Amministrazione finanziaria avrebbe a disposizione quasi tutte le operazioni B2B e B2C, con la possibilità di individuare le forme di evasione con consenso, ossia quella che si verifica quando chi acquista un bene o un servizio accetta che il venditore o il prestatore non documenti nulla al Fisco.

Dall’altra parte si prospetta una possibilità di semplificazione per quanto riguarda la precompilata Iva, non tanto per le flat tax, che non hanno l’obbligo di dichiarazione o liquidazione periodica, ma per le 2 milioni di attività economiche per cui è partita la sperimentazione. Grazie ai dati completi della fatturazione elettronica l’Agenzia delle Entrate sarà in grado di fornire bozze più attendibile, riducendo quindi la necessità di apportare modifiche.

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