Tre gli obiettivi del PNRR in merito alla giustizia tributaria c’è il “perfezionamento delle piattaforme tecnologiche e la loro piena accessibilità da parte del pubblico“.  Non è infatti un mistero che in molte Commissioni tributarie l’udienza a distanza con collegamento da remoto non sia ancora entrata a regime a causa del mancato adeguamento delle infrastrutture tecnologiche e delle reti di collegamento a disposizione dei collegi giudicanti.

Questo ritardo sta provocando ingiustificate disparità nella trattazione delle controversie che sono decise secondo la modalità “cartolare” senza un vero e proprio contraddittorio orale tra le parti e il Collegio giudicante, con grave pregiudizio del diritto di difesa del contribuente e dei principi del giusto processo.
Pertanto occorre investire nelle dotazioni tecnologiche delle Commissioni tributarie in termini di hardware, software, infrastrutture tecnologiche e reti di collegamento.

È quanto affermano da diverso tempo i commercialisti, che denunciano la tendenza a scaricare sui cittadini-contribuenti, e indirettamente sui professionisti che li assistono, i costi e le complessità procedurali che il processo di digitalizzazione, inevitabilmente, comporta.

Proprio i commercialisti hanno dato alla digitalizzazione del sistema fiscale un importante contributo. Tale contributo è oggettivamente misurabile grazie al numero di documenti trasmessi telematicamente dai contribuenti e dai loro intermediari tramite i canali telematici Entratel e Fisconline messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate.

Nel 2019, anno di entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica tra privati, sono state emessi oltre due miliardi di fatture elettroniche, a cui si devono aggiungere circa 12 milioni di comunicazioni in merito alle liquidazioni periodiche IVA e gli invii dei dati relativi ai corrispettivi telematici.
Il boom degli invii telematici a carico dei contribuenti e dei loro intermediari, al quale si è assistito negli ultimi anni, ha generato da una parte dei benefici in termini di “lavorabilità” dei dati così trasmessi, ma dall’altra ha generato problematiche e criticità proprio a capo dei contribuenti, a volte non semplici da gestire e superare.
In tal senso i commercialisti hanno senza dubbio ricoperto un ruolo di primo piano, se si considera che circa il 54% dei 196,7 milioni di documenti transitati nel 2020 sui canali telematici Entratel e Fisconline, ossia circa 100 milioni di documenti, sono stati trasmessi da Commercialisti o da associazioni o società di servizi contabili costituite dagli stessi.
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