Il Coronavirus preoccupa anche la giustizia tributaria e spinge le associazioni di categoria ad appelli per la tutela dei lavoratori. Come quello di Daniela Gobbi, presidente dell’Associazione magistrati tributari, che ha scritto una lettera ai presidenti delle Commissioni tributarie regionali e provinciali, chiedendo loro di “di valutare i mezzi più idonei da adottare a tutela del personale giudicante” e se necessario attuare provvedimenti come:

  • il rinvio delle udienze di merito in calendario, tranne le utenze cautelari fissate per la discussione delle sole istanze di sospensione;
  • l’esonero dalla partecipazione alle udienze di magistrati residenti o domiciliati nelle zone gialle, rosse o altrimenti interessate dalla possibilità di contagio.

L’Amt chiede poi che le sedi della giustizia tributaria siano bonificate e dotate di disinfettante per le mani e che il personale amministrativo o di magistratura, specie se a contatto con il pubblico, sia dotato di mascherine idonee alla prevenzione del contagio.

Ma il Coronavirus non preoccupa, giustamente, solo i magistrati. Anche l’Uncat, l’Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi, denuncia il fatto che la Giustizia Tributaria sia l’unica tra le giurisdizioni a non essere stata inserita in un provvedimento di urgenza, che sia legislativo, regolamentare o organizzativo. I responsabili delle commissioni tributarie hanno infatti assunto diverse iniziative a macchia di leopardo sul territorio: pertanto gli avvocati tributaristi chiedono con urgenza un provvedimento unificante, con un piano di interventi comuni che preveda tempi, modalità e criteri per gestire l’emergenza, oltre a un periodo uniforme di sospensione delle udienze.

L’Uncat chiede anche se si inizi da subito a pianificare le attività giurisdizionali ordinarie, cioè quelle immediatamente successive alla scadenza della sospensione delle udienze, e propone sia un aumento del numero delle udienze dopo l’emergenza, così da ridurre il numero dei fascicoli trattati da ciascuna, sia, nel caso l’emergenza dovesse protrarsi, la trattazione dei ricorsi in camera di consiglio.

Coronavirus, l’appello delle associazioni dei commercialisti

Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec e Unico hanno stilato un comunicato congiunto in cui chiedono “interruzione e rinvio delle udienze in seno alle Commissioni tributarie provinciali e regionali, con l’eccezione delle udienze riguardanti misure cautelari, nonché la sospensione degli ulteriori termini processuali, oltre a quelli di impugnazione di atti tributari e amministrativi, quale ulteriore misura preventiva necessaria al contenimento dell’emergenza sanitaria in atto“.

Nel territorio nazionale si registrano numerosi rinvii delle udienze, ma questa situazione sta generando una difformità anomala rispetto al funzionamento generale della Giustizia Tributaria. Inoltre, la paura del contagio sta spingendo alcune Commissioni Tributarie a chiedere alle parti di difesa processuali di rinunciare alla pubblica discussione, cosa che comporterebbe, secondo la denuncia delle associazioni, una lesione del diritto alla difesa.

 

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