La lotta all’evasione fiscale e le verifiche sui soggetti che beneficiano di vantaggi fiscali pur non avendone diritto sono due temi sempre all’ordine del giorno per l’Agenzia delle Entrate, che per il 2022 ha deciso di intensificare i controlli fiscali sulle agevolazioni esistenti e su quelle che saranno introdotte dalle diverse leggi di Bilancio.

Vediamo quindi quali sono i nuovi controlli fiscali in programma per il 2022: le principali verifiche si concentreranno su bonus casa, affitti brevi, utilizzo dei contanti (dal 1 gennaio 2022 si abbassano ulteriormente le soglie per il loro utilizzo) e il reddito di cittadinanza.

Inoltre, i controlli del Fisco si concentreranno su un fenomeno denunciato al Sole 24 Ore dal direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ossia le frodi sui bonus edilizi messe in atto da chi voleva ristrutturare, di fatto gratuitamente, la propria casa senza averne i requisiti.

I controlli fiscali sul bonus casa

Il tema delle irregolarità sul bonus casa ha richiesto un apposito decreto del Governo, che ha emanato il cosiddetto Decreto Controlli per verificare non solo gli eventuali requisiti mancanti ma anche per controllare le modalità di pagamento dei lavoratori, ossia la cessione del credito oppure lo sconto in fattura.

I controlli fiscali non riguarderanno solo il superbonus 110%, ma anche i bonus ristrutturazioni, il bonus facciate, il sisma bonus e gli altri benefici che prevedono la cessione del credito oppure lo sconto in fattura.

Come per il superbonus 110%, il contribuente dovrà presentare un visto di conformità, nel caso in cui decida di utilizzare lo sconto in fattura o la cessione del credito in alternativa alla classica detrazione fiscale da riportare nella dichiarazione dei redditi per recuperare negli anni la detrazione. Sono esentati dall’obbligo solo i contribuenti che presentano la dichiarazione precompiltata dell’Agenzia delle Entrate oppure attraverso CAF e intermediari.

Il Fisco effettuerà controlli anche sui costi sostenuti dal contribuente sulla base dei lavori realizzati. A tal proposito, il ministero per la Transizione ecologica appronterà un tariffario con i prezzi massimi da rispettare per gli interventi diversi dal superbonus 110%, agevolazione per la quale è già previsto un tariffario. In questo modo, si evita che i costi siano innalzati ad hoc per ottenere guadagni extra.

Infine, sono previste anche verifiche per accertarsi che il contribuente abbia effettivamente i requisiti necessari per poter beneficiare del bonus. Il Fisco individuerà dei profili di rischi, in base alla coerenza e alla regolarità dei dati contenuti nelle comunicazioni per la cessione del credito o per gli sconti in fattura con quelli presentati all’Anagrafe tributaria o già in possesso dell’Agenzia delle Entrate. Nel caso in cui si rilevino delle irregolarità, il Fisco sospenderà le comunicazioni per 30 giorni quindi, se i rischi di frode saranno scongiurati, le stesse proseguiranno il loro corso. In caso contrario, saranno annullate.

Per mettere in atto i controlli, l’Agenzia chiede la collaborazione dei professionisti e degli intermediari coinvolti nelle operazioni di cessione del credito, che sono tenuti a segnalare le pratiche sospette all’Unità informazione finanziaria (Uif).

Per recuperare i benefici indebitamente percepiti il Fisco ha tempo fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello dell’accertamento, ma la prescrizione può arrivare a otto anni nel caso in cui si siano rilevati crediti inesistenti o delle compensazioni indebite. L’eventuale contenzioso si terrà davanti al giudice tributario.

Le verifiche sul reddito di cittadinanza

Il beneficio del reddito di cittadinanza sarà sospeso se il ricevente non partecipa periodicamente ad attività e colloqui, da svolgersi in presenza. Il Fisco non sarà l’unico attore coinvolto nei controlli: i Centri per l’impiego dovranno dare riscontro della reale ricerca attiva di lavoro, almeno una volta al mese. In assenza di tali attività, il reddito di cittadinanza decadrà per comprovato giustificato motivo.

L’obbligo di presenza si applica anche a chi non può lavorare a beneficia del Patto per l’inclusione sociale: i beneficiari dovranno presentarsi almeno una volta al mese presso i servizi di contrasto della povertà, così da permette una verifica sulle sue condizioni. Anche in questo caso, l’assenza non giustificata comporta la perdita del sussidio.

Il reddito di cittadinanza sarà poi ridotto di 5 euro ogni mese, a parte da quello successivo alla data in cui è stata rifiutata una congrua offerta di lavoro.

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I controlli fiscali su affitti brevi e B&b

I nuovi controlli del Fisco coinvolgeranno anche strutture ricettive come Bed&Breakfast, hotel e affitti brevi offerti attraverso app come Airbnb, Booking e simili.

Le verifiche dell’Agenzia delle Entrate avranno l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e contributiva, attraverso l’accesso alla banca dati delle strutture ricettive creata nel 2019, nella quale sono elencati gli immobili destinati alla locazione breve e i dati relativi. Ogni struttura è identificata attraverso un codice che deve essere indicato ai clienti in ogni offerta e promozione.

Il Fisco e gli altri enti creditori potranno accedere a queste informazioni anche per controllare il regolare pagamento della tassa di soggiorno, che le strutture incassano direttamente dai turisti per poi versarla ai Comuni.

I controlli del Fisco sull’utilizzo dei contanti

Come anticipato, dal 1 gennaio 2022 la soglia dei pagamenti i contanti scende da 1.999,99 euro a 999,99 euro. Pertanto, per i pagamenti da 1.000 euro in su sarà necessario utilizzare strumenti di pagamento tracciabili, come carte di debito, carte di credito, bonifici bancari e assegni.

Il Fisco può controllare i conti correnti dei contribuenti per verificare se, ad esempio, ci sono versamenti di denaro contante molto superiori alla giacenza media del contribuente: in tal caso l’Agenzia potrà verificare la provenienza del denaro. Lo stesso accadrà se il Fisco rileva che il contribuente preleva più volte la stessa quantità di denaro, sotto i 1.000 euro, in un arco ristretto di tempo. Ferma restando la libertà del contribuente di versare e prelevare dal proprio conto tutto ciò che ritiene necessario, in quanto non si tratta di una pagamento da un soggetto all’altro, il Fisco ha la facoltà di richiedere di documentare eventuali spese.

In tal senso, l’Agenzia delle Entrate può avvalersi anche della dichiarazione dei redditi, mettendo a confronto quanto dichiarato con i movimenti del conto corrente e quindi il tenore di vita del contribuente. In base a quanto dichiarato, infatti, il Fisco può capire se un correntista è in grado di versare o prelevare certe somme, permettersi certe vacanze e così via.

I controlli possono scattare anche nel caso in cui un genitore voglia fare, ad esempio, un prestito al figlio: anche in questo caso sarà infatti necessario usare strumenti di pagamento tracciabili, come un bonifico, se la cifra supera la soglia dei 1.000.