Buone notizie nel settore del contenzioso tributario, da sempre caratterizzato da problematiche nella velocità dei processi.Il contenzioso tributario, secondo l’ultimo report del Ministero dell’Economia e delle Finanze, si sta invece progressivamente riducendo.

In particolare, sono in calo le cause pendenti: nei primi mesi del 2021, tra gennaio e settembre, le controversie definite hanno superato quelle pervenute. Nelle aule tribunali sono arrivate 87.476 controversie, mentre quelle definite sono state 145.527. La differenza, pari a 58.051, ha permesso di decongestionare il sistema giudiziario, dopo l’aumento delle pratiche in sospeso nel 2020, complice anche la pandemia. Nel 2021 le giacenze totali, molte delle quali risalenti ad anni precedenti, sono passate dalle 345.490 della fine dell’anno scorso alle 287.439 del 30 settembre, con una riduzione pari al 16,8%.

Scendendo nel dettaglio dei numeri forniti dal Ministero, si evidenzia che le cause pervenute tra gennaio e settembre 2021, in un numero pari a 87.476, sono notevolmente inferiori a quelle dello stesso periodo del 2020, che nonostante la pandemia hanno raggiunto quota 122.785, e del 2019, che hanno raggiunto le 144.158 controversie.

Le cause definite, invece, sono state poco meno di quelle di due anni prima, pertanto la riduzione del contenzioso tributario è dovuta principalmente al calo dei flussi di entrata e non dalla definizione delle cause pendenti. Tale effetto è dovuto, secondo quanto affermato dallo stesso Ministero, dalla proroga delle scadenze relative alle attività di controllo e di riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate e degli altri enti di riscossione.

Le notifiche per le irregolarità sono state sospese per tutto il 2020 a causa dell’emergenza sanitaria, per riprendere nella primavera 2021 in modo solo graduale. Per tale motivo i ricorsi dei contribuenti sono diminuiti e, se si guardano i dati mese per mese, si nota un netto aumento dei ricorsi in entrata tra gennaio, quando sono stati presentate 6.521 cause, e giugno, quando sono arrivati 14.763 ricorsi.

I numeri nelle Commissioni tributarie provinciali e regionali

Nelle Ctp si registra la maggiore differenza tra le cause pervenute, pari a 56.379, e definite, ossia 101.207, nel 2021. Nelle Ctr, invece, il gap è pari ad appena poco più di 13mila provvedimenti.

Questa differenza è dovuta al fatto che nelle Commissioni tributarie provinciali arrivano i ricorsi più recenti, ossia causati dalle notifiche emesse nei mesi immediatamente precedenti: in queste Commissioni gli effetti del blocco dovuto alla pandemia si sono sentiti prima, mentre nelle Ctr arrivano cause che risalgono ad anni prima.

Così, se nelle Ctp le pratiche pendenti sono diminuite di ben il 21,9% tra gennaio e settembre 2021 (con un calo da 204.985 a 101.2017), nelle Ctr il calo è stato di appena il 9,4%, con un passaggio da 40.505 cause ancora da definire a 127.282.

Il contenzioso tributario nelle diverse regioni italiane

Così come avviene nel settore penale e civile, anche nel contenzioso tributario i dati sull’efficienza dei procedimenti cambiano da regione a regione.

A fronte di una generale diminuzione delle controversie nelle Ctp nazionali, pari al 21,9%, in Umbria questo decremento è stato di ben il 53,1%. In questa regione le cause pendenti sono più che dimezzate, passando da 671 a inizio 2021 a 315 a settembre.

Anche nel Molise si sono registrati cali importanti, pari al 33,2%, così come in Lombardia, con un calo del 27,8%. La regione con il dato più importante è però la Sicilia, dove si registrano, a fronte di un numero di abitanti molto inferiore rispetto alla Lombardia, ben 46.993 di procedimenti a settembre, contro i 8.435 lombardi. Le Commissioni Tributarie siciliane, tuttavia, hanno goduto di un alleggerimento notevole, essendoci stata una riduzione del 24,5% delle giacenze.

Anche in Calabria si è registrato, in rapporto al numero ridotto della regione, un numero di importante di contenziosi, pari a 27.873, nonostante il 21,4% in meno di cause pendenti nei primi nove mesi del 2021.

Notevole il numero di contenziosi anche nel Lazio, con 20.087 provvedimenti, mentre sono particolarmente pochi, in proporzione alla popolazione, al Nordest. Sono, infatti 3.975 in Veneto, 857 in Friuli Venezia Giulia, 1.252 in Trentino Alto Adige.

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Contenzioso tributario: la distribuzione tra Agenzia delle Entrate e Enti locali

Il 51% dei ricorsi nel terzo trimestre del 2021 ha coinvolto gli enti territoriali, mentre tra gennaio e marzo la maggioranza relativa delle cause pervenute, il 40,2%, ha coinvolto l’Agenzia delle Entrate, mentre solo 27,7% verso comuni o regioni.

Sono questi gli enti quelli che raccolgono la gran parte delle cause, mentre una componente minoritaria è rappresentata l’AE-riscossione, dall’Agenzia delle Dogane/Monopoli e altri minori.

Un dato costante è la netta prevalenza tra i ricorrenti delle persone fisiche, sia presso le Commissioni Tributarie Provinciali, sia in quelle regionali, dove rappresentano rispettivamente più del 60% e più del 50%..

Il valore medio delle controversie

I numeri diffusi dal Ministero in merito alla tipologia di imposta sui vi sono più procedimenti mostrano, stavolta solo per il terzo trimestre 2021, che Imu e Ici sono state le tasse oggetto della maggior parte delle cause pendenti nelle Ctp, con una percentuale pati al 22,9%. Seguono la Tarsu/Tia (13,5%) e l’Ire/Irpef (sempre 13,5%), con l’Iva al quarto posto con il 9,6%.

Il valore medio dei procedimenti è di 98.637 euro, con delle differenze regionali piuttosto marcate: in Calabria i ricorsi riguardano cifre sotto i 10mila euro, mentre in Lombardia si registra una media di ben 387.677 euro.

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