Anche i professionisti devono fronteggiare caro bollette e inflazione: nonostante gli studi professionali non possano essere definiti come attività energivore, i rialzi dei costi dell’energia si sono fatti sentire anche negli studi di commercialisti, avvocati, ingegneri e altre attività professionali.

Queste realtà non hanno però accesso ai sostegni che gli ultimi Governi hanno previsto per le imprese per fronteggiare queste problematiche, ossia misure come il credito di imposta sulle bollette (recentemente prorogato fino a dicembre) e la rateizzazione fino a 48 rate, interventi varati con il decreto legge Aiuti-quater, esaminato il 10 novembre dal Consiglio dei ministri.

L’aumento delle bollette negli ultimi mesi ha raggiunto circa il 60%, secondo i calcoli di Maria Pia Nucera, presidente Adc (Associazione dottori commercialisti), che sottolinea come le raccomandazioni sulla riduzioni dei consumi siano per lo più inutili, visto che non è possibile spegnere server e computer.

Secondo Conepro, rete di commercialisti con sedi in tutta Italia, gli aumenti sono pari almeno al 30% rispetto agli scorsi anni. E anche gli avvocati risentono delle difficoltà causate dal caro bollette, come osserva Antonino La Lumia, tesoriere dell’Organismo congressuale forense: “I rincari delle utenze incidono non poco sull’assetto dei costi degli studi professionali e mettono in difficoltà soprattutto i piccoli, la maggioranza della platea”.

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A risentire maggiormente degli effetti di inflazione e caro bollette sono pero i professionisti forfettari, che a causa della deduzione fissa dei costi non possono assorbire in nessun modo l’aumento, come conferma il ragioniere Saverio Reale: “Ho già richieste di verificare la convenienza da parte di singoli professionisti per il prossimo anno, ma certo bisognerà attendere la nuova soglia della flat tax indicata dal Governo”. Lo stesso Reale rileva aumenti medi del 30%, che prevede di assorbire con smart working e facendo economie.

Il caro bollette ha anche effetti indiretti sul lavoro dei professionisti, perché mettendo in difficoltà anche i clienti, ha l’effetto di restringere il mercato. Daniele Virgillito, alla guida di Confprofessioni in Sicilia racconta come nella sua regione l’impatto sia già molto evidente: “Dopo il boom di questa estate molte attività legate al turismo, bar, ristoranti e alberghi, sono in difficoltà per l’impennata dei costi. Di riflesso, è diventato più difficile per un commercialista o un consulente del lavoro anche solo venire pagato”.

Non solo caro bollette: gli effetti dell’inflazione

Il caro energia non è l’unico problema sul fronte dei costi di gestione degli studi professionale: l‘inflazione colpisce anche affitti, licenze e attrezzature. Paolo Stern, presidente della Nexum Stp, una realtà formata da una rete di studi professionali per la consulenza, estesa in tutta Italia, ha già previsto gli aumenti dei prossimi mesi: “ensiamo ai costi di rivalutazione Istat relativamente a beni di tecnologia e software che rappresentano una risorsa chiave per lo svolgimento delle nostre attività. Ci aspettiamo nei prossimi mesi un incremento dal 4% (2022) al 9% (2023), stimato sulla base dei valori Istat di settembre”.

Come arginare gli aumenti dei costi

Le contromisure da mettere in campo per arginare gli effetti di caro bollette ed inflazione riguardano soprattutto lo smart working, ma non solo: i professionisti che hanno lo studio di proprietà possono anche pensare ad investimenti nelle rinnovabili, ristrutturando lo studio in chiave green. Fidiprof, il confidi di categoria, ha attualmente una convenzione con un istituto bancario che offre condizioni agevolate per l’efficientamento energetico dello studio professionale, mentre Adc sta pensando a convenzioni che possano unire più studi, in modo da ottenere tariffe migliori.

“La strada è quella dell’aggregazione professionale – sottolinea La Lumia –. La condivisione dello studio contiene i costi e crea occasioni di lavoro e sinergie professionali. Altri rinunciano allo studio e si appoggiano a strutture di coworking”, come quelle messe a disposizioni gratuitamente da Cassa Forense.

La stessa convinzione è espressa dall’Associazione nazionale forense, “convinta della necessità di affrontare le ricadute negative della crisi energetica con l’aggregazione: non solo si fa economia di scala, anche sui costi energetici, ma si mettono a fattore comune conoscenze, anche in ambito di sostenibilità”.

Credits: Golib/Canva