Il 2020 sarà un anno particolarmente vantaggioso per i professionisti con la flat tax: all’aliquota agevolata unica al 15% per chi guadagna fino a 65mila euro l’anno, dal 1 gennaio si aggiunge un nuovo bonus fiscale sull’acquisto dei beni strumentali.

La manovra 2020 infatti ha trasformato il superammontamento previsto fino al 2019 per i beni strumentali in bonus fiscale, rendendolo così un credito di imposta. Tutto di guadagnato per chi rientra nel regime forfettario: se il superammortento era precluso, a causa dei costi calcolati appunto in modo forfettario, da quest’anno il credito può essere detratto anche dall’imposta forfettaria del 5 o del 15%.

Il guadagno quindi è sicuro per i professionisti in regime forfettario, mentre per coloro che rientrano nel regime ordinario calcolare la convenienza è più complesso perché legato alle variabili dell’aliquota e del bene agevolato, anche se sicuramente il vantaggio sarà crescente con l’aumentare del costo del bene.

Come funziona il bonus fiscale

Per gli acquisti di beni strumentali (come PC e arredi per l’ufficio) effettuati nel 2020 l’agevolazione sostituisce il precedente superammortamento, che consisteva in un incremento figurativo del 30% del costo del bene, che permetteva di eseguire maggiori ammortamenti deducibili dal reddito professionale.

Il nuovo bonus fiscale, invece, è un credito di imposta e perciò è correlato al costo del bene e non al processo di ammortamento. Ecco perché potranno beneficiarne anche i professionisti in flat tax, utilizzando un credito del 6% in detrazione di imposte e contributi inseriti nel modello F24.

Come anticipato, il credito di imposta spetta nella misura del 6% e si calcola sul costo di acquisto del bene, che non può superare i 2 milioni. Si applica alle spese sostenute nel 2020 ma non è ancora chiaro se possano rientrare nell’agevolazione anche gli acquisti effettuati entro il 30 giugno 2021, pagati con un acconto del 20% entro il 2020.

I beni strumentali che rientrano nell’agevolazione

Il bonus fiscale si applica all’acquisto di beni strumentali materiali e nuovi, come PC, stampati e arredi per l’ufficio, purché nuovi. Sono invece esclusi tutti i mezzi di trasporto, come auto e moto, citati nell’articolo 164 del Tuir. Esclusi anche quei beni che hanno una percentuale di ammortamento inferiore a 6,5%, come gli immobili.

Fondamentale sottolineare il concetto di strumentalità, rappresentato dall’utilizzo in modo durevole nell’esercizio della professione da parte dell’acquirente. Ad esempio i software, in quanto bene immateriali, non sono agevolabili, nemmeno se si tratta di bene immateriali altamente tecnologici e ammessi al regime del credito di imposta del 15% per le imprese. Tuttavia, se il software è inserito ne PC e acquistato con il bene materiale, si ritiene che sia agevolative in quando inscindibile dal bene materiale.

Infine, per usufruire del bonus fiscale il bene deve essere localizzato in Italia e non deve essere ceduto fino al secondo esercizio successivo all’acquisto, pena la perdita del credito.

Bonus fiscale e superammortamento a confronto

Quanto si risparmiava con il superammortamento nel 2019 e quanto si risparmierà nel 2020 con il credito di imposta?
Il superammortamento permetteva un incremento figurativo del costo del bene e quindi più ammortamenti rispetto al costo effettivo del bene, e di conseguenza un maggior risparmio Irpef. Il credito di imposta del 6% invece è un vero e proprio sconto sulle imposte dovute e per questo è applicabile anche ai forfettari.
Per chi invece è nel regime ordinario, il passaggio dal superammortamento al credito di imposta sarà, nella maggior parte dei casi, meno vantaggioso.