Quando si chiede un mutuo si considerano diversi fattori, dall’anticipo che si ha la possibilità di versare, al tasso di interesse, fino alla tipologia di mutuo da richiedere. Quello che però spesso non si considera è che esiste un limite oltre il quale la differenza tra l’importo richiesto e l’acquisto effettuato può essere considerato un indizio di evasione fiscale e quindi far scattare i controlli dell’Agenzia delle Entrate.

La lotta all’evasione fiscale è infatti una delle tematiche che occupa maggiormente i funzionari dell’Agenzia delle Entrate, che sta ampliando sempre di più i propri poteri di intervento: dalle indagini sulle movimentazioni bancarie a quelle sui risparmi in giacenza sul conto corrente, l’Amministrazione finanziaria è ormai autorizzata a procedere con i controlli ogni volta che il contribuente non si dimostra in grado di giustificare l’origine di una certa somma di denaro.

Tuttavia, anche nel caso in ciò si conosca la provenienza del denaro depositato sul conto corrente, l’Agenzia delle Entrate ha la facoltà di considerare alcuni specifici comportamenti come possibili indizi di evasione. Proprio questo è il caso dei mutui richiesti per l’acquisto di una casa: nel caso in cui il mutuo erogato abbia un importo maggiore rispetto al prezzo di vendita dell’immobile, l’Agenzia delle Entrate può ipotizzare che la parte non spesa sia stata nascosta al Fisco. L’onere della prova, anche in questo caso, ricade sul contribuente, che dovrà quindi dimostrare di non aver commesso alcun illecito.

Sul tema è intervenuta la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n.4661 depositata il 21 febbraio 2020. In tale ordinanza i Giudici Supremi hanno stabilito che: “costituisce fatto notorio che le banche eroghino, di norma, mutui per importi inferiori rispetto al valore effettivo dell’immobile da acquistare. Ne consegue che se il prezzo di vendita è minore delle somme oggetto del mutuo, vi è un chiaro indizio di evasione”, e sulla base di tale indizio l’Agenzia delle Entrate può fondare la propria pretesa impositiva.

Alla base di questa decisione c’è un ragionamento piuttosto semplice: se si accede un mutuo per acquistare una casa, l’importo richiesto sarà finalizzato alla conclusione della compravendita; pertanto, a cosa servono i soldi che eccedono la cifra di acquisto dell’immobile? Secondo la Cassazione, quindi, la presunzione dell’Agenzia delle Entrate è lecita e sul contribuente deve rispondere presentando prove certe e puntuali, dimostrando che la somma eccedente in realtà non è stata evasa.

 

Photo credits: AntonMatyukha/DepositPhoto